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3 cose sull’allattamento al seno che nessuno ti ha mai detto

  • Categoria dell'articolo:Allattamento / Maternità
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Si parla tanto di allattamento al seno eppure ci sono cose che sembra nessuno dica mai abbastanza. La mamma, la donna che allatta, arriva da un periodo di forte emotività, bisogna accogliere e comprendere, non sparare giudizi. L’ascolto è alla base, ma anche la conoscenza e le corrette informazioni che possano accompagnarla lungo questo percorso e all’avvio di un allattamento sereno e felice per entrambi, mamma e bebè.

1 Tutte le donne hanno il latte… sicuri?

Sono qui oggi a dirti che se questa frase, sentita e risentita migliaia di volte, ti ha mai fatta sentire inadeguata, sei arrivata nel posto giusto per comprendere che no, non è vero, e no, non è colpa tua.

L’ipoproduzione (ovvero produzione di latte materno non sufficiente a soddisfare il fabbisogno quotidiano del bambino) può avere cause primarie o secondarie.

Ipoproduzione: cause secondarie

Delle secondarie praticamente chiunque abbia provato ad informarsi sull’allattamento al seno ha sicuramente già sentito parlare. Secondario significa che la produzione di latte in sé avrebbe tutto il potenziale per esserci ed essere sufficiente per la richiesta del bambino, ma poi c’è un elemento che ostacola tale situazione.

  • Sto parlando di casi come: un parto complicato, o molto lungo e medicalizzato, che ha portato alla separazione della mamma dal bambino, come troppo spesso ancora avviene in tagli cesarei elettivi o d’urgenza.
  • Oppure un parto prematuro che abbia richiesto il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale del piccolo, oppure ancora delle procedure retrograde che non tengano conto dell’importanza del contatto pelle a pelle nell’immediato post parto.
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Altre cause di ipoproduzione secondaria possono essere legate al bambino:

  • una tensione a livello di spalle, collo, cranio o lingua, possono portare ad un attacco scorretto, magari con ragadi e dolore nella mamma, e con conseguente scarso trasferimento di latte, scarsa crescita del bambino e scarsa stimolazione;
  • una labioschisi o palatoschisi o entrambe;
  • una gestione non ottimale dell’allattamento data da informazioni scorrette (come la regola retrograda che purtroppo ancora si sente dell’allattare 15 minuti per seno ogni 3 ore e non di più).
  • Oppure ancora una gestione non ottimale di un’iniziale necessità di aggiunta di latte, materno o artificiale, a supporto della crescita del bambino; un tiralatte utilizzato in maniera scorretta e scelto senza le giuste indicazioni.

Di queste cause di ipoproduzione si sente parlare piuttosto spesso, magari anche in qualche corso preparto. Sono le cause su cui è più semplice intervenire, andando a lavorare sulla fonte del problema, analizzando la routine della diade, valutando il frenulo linguale,  eseguendo una valutazione osteopatica e stimolando la produzione della mamma con gli strumenti adatti, ad esempio.

Non è detto che sia possibile sempre intervenire su queste cause fino alla completa risoluzione del problema, ci sono diadi che proseguono il loro percorso di allattamento con un supporto di latte artificiale fino a svezzamento inoltrato. Ti svelo un segreto: se tu e il tuo bambino fate parte di queste diadi, sei una mamma bravissima e perfetta per lui, come lo saresti se allattassi esclusivamente al seno, e come lo saresti se allattassi esclusivamente con la formula. 

Ipoproduzione: cause secondarie

Poi esistono le cause primarie, quelle congenite o preesistenti, che spesso non vengono considerate quando sussiste un problema in allattamento. E le donne che ne sono affette sono una percentuale molto bassa, che sicuramente non vive affatto bene la frase “tutte le donne hanno il latte”. 

Queste cause possono essere di natura ormonale, come l’ipo o iper tiroidismo, la sindrome dell’ovaio policistico, l’insulino resistenza data da sovrappeso o obesità materna, oppure di tipo fisico, come un’ipoplasia della ghiandola mammaria (quindi proprio il suo incompleto sviluppo già in adolescenza), o un pregresso intervento chirurgico di mastoplastica riduttiva o addittiva (ormai gli interventi di chirurgia plastica al seno non vanno ad intaccare il tessuto ghiandolare, ma in alcuni casi di mastoplastica riduttiva può accadere di recidere il quarto nervo intercostale). Su queste cause è più difficile lavorare, e spesso si associano anche alle cause secondarie, spostando il focus dell’operatore su di esse perché tendenzialmente più evidenti e sicuramente molto più comuni.

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Ci si può lavorare individuandole con analisi e capendo fino a che punto siano modificabili. Quelle ormonali sono le più facilmente correggibili. 

Anche in questi casi, non è detto che si riesca ad arrivare ad una produzione sufficiente da portare ad un allattamento esclusivo al seno, ma di sicuro si possono indagare le cause dell’ipoproduzione, dando un po’ di serenità alle donne che continuano a sentirsi sminuite dal confronto con frasi dette senza cognizione di causa.

Per allattare non devi acquistare nulla di materiale

Nell’esatto istante in cui, dopo la prima visita ostetrica o ginecologica, abbiamo effettivamente conferma di essere in dolce attesa, scarichiamo un’App per tenere il conto dell’epoca gestazionale del nostro bambino e per avere aggiornamenti assolutamente fondamentali sul frutto che corrisponde alla sua dimensione questa settimana. Da quell’esatto istante, un algoritmo informerà un qualche database che siamo incinta e inizieremo ad essere COSTANTEMENTE bombardate dal marketing della prima infanzia e gravidanza.

E se magari ci azzardiamo a cliccare su Google la parola allattamento, ci appariranno ovunque promozioni di tiralatte, cuscini per l’allattamento, coppette assorbilatte, paracapezzoli, ciucci, biberon, sterilizzatori, creme per capezzoli, coppette in argento, reggiseni per l’allattamento, conchiglie raccoglilatte e via così a non finire.

Ecco, oggi sono qui per dirti che nulla di tutto questo ti servirà davvero per allattare: le uniche due cose davvero essenziali all’allattamento ce le hai già attaccate al petto.

Cosa comprare per l’allattamento?

È vero però che alcuni degli oggetti sopracitati potrebbero tornare comodi, ma solo alcuni, e secondo la mia esperienza sono:

  • un cuscino per l’allattamento al seno: mentre si allatta, indipendentemente dalla posizione assunta, è FONDAMENTALE essere comode, ne va proprio dell’andamento dell’allattamento. Quindi avere a disposizione diversi supporti per braccia, testa, schiena e gambe fa davvero la differenza; in questo un cuscino per l’allattamento può aiutare molto perché ha una forma pensata per essere adattabile a varie posizioni. Sì, si potrebbe scegliere di utilizzare dei normalissimi cuscini da letto, ma non sarebbero altrettanto versatili. 
  • coppette assorbilatte: nelle prime settimane di allattamento, e per alcune donne nei primi mesi fino a oltre l’anno di età del bambino, può capitare frequentemente di avere perdite di latte dai seni. Questo avviene spesso a causa del riflesso ossitocinico: mentre il bambino è attaccato ad un seno, anche l’altro viene stimolato dalla calata del latte e si possono perdere alcune gocce o anche una quantità di latte davvero considerevole. Ciò porta ad avere i vestiti macchiati diverse volte durante la giornata, costringendo le neo mamme a cambiarsi spesso e avere un carico di lavatrici aumentato, cosa non auspicabile nel post parto.
  • Esistono a tal proposito queste coppette, che sono come dei dischetti struccanti, ma assorbenti ed impermeabili, da applicare all’interno del reggiseno. Non è detto che a te possano servire, alcune donne non sperimentano mai ciò, ma è estremamente probabile. A tal proposito, un modo per risparmiare ed ottimizzare questa spesa è quello di munirsi di coppette assorbilatte lavabili, che in futuro potranno essere utilizzate come dischetti struccanti, e che sono molto più delicate sulla pelle sensibile dei capezzoli. Ti lascio qui un link a cui puoi trovarne di ottime: Coppette Assorbilatte Lavabili – 6 pezzi | Teby

Per tutto il resto ti consiglio di aspettare e verificare se effettivamente ti possa servire

Perché, ad esempio, la crema alla lanolina è effettivamente molto utile in caso di ragadi al seno, ma non è assolutamente detto che tu debba affrontare questa problematica, e ancora il tiralatte non è uno strumento sempre necessario, e in base al tipo di uso che se ne deve fare esistono diverse opzioni tra cui scegliere in modo mirato, cosa niente affatto scontata e che ti consiglio di fare sotto la guida di una persona esperta onde evitare di incorrere in comuni errori.

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Ti sconsiglio in generale di acquistare e utilizzare abbigliamento e reggiseni fatti apposta per l’allattamento, poiché spesso sono mal studiati, stretti, con solo una piccola apertura sul capezzolo, cosa che può rischiare di andare ad occludere dei dotti portando ad ingorghi. Prediligi invece reggiseni morbidi e in fibre naturali, come quello che ti indico a questo link e che per mia esperienza è davvero il migliore: REGGISENO TOP IN BAMBU’ TAGLIA S COLORE BIANCO (lize-shop.it)

Ciucci vari, paracapezzoli e biberon per me non sono un “No” assoluto, ma vanno usati con coscienza e sempre sotto la guida di una persona esperta. Sai qual è l’unica cosa davvero utile e che ti salverà da situazioni spiacevoli? Informarti! Te lo spiego nel prossimo punto.

Per allattare non basta voler allattare

E lo dico con immensa amarezza. In Italia viviamo un sistema di supporto all’allattamento al seno che non funziona, ma proprio nemmeno un po’. Con rare meravigliose eccezioni, spesso negli ospedali, il luogo in cui la maggior parte delle donne sceglie di partorire e trascorrere l’immediato post parto, ovvero la chiave d’oro dell’allattamento, non ci sono operatori adeguatamente formati. Ho sentito troppe volte storie tristi conclusesi con un termine dell’allattamento non voluto dalla mamma, che magari si porta dietro molta amarezza in questo; ho pensato troppe volte a quanto si sarebbe potuto fare intervenendo prima su quella situazione; ho pensato troppe volte: “Cavolo se solo queste cose lei le avesse sapute prima…” e troppe volte mi sono sentita chiedere: “Ma perché nessuno nei corsi preparto ti spiega l’allattamento e ti dice quanto può essere faticoso?”.

Ecco, da tutto questo ti assicuro che posso concludere che sta a te, se sei ancora incinta, andare a cercare di reperire le giuste informazioni per imparare a navigare nel mare di informazioni contrastanti a proposito dell’allattamento al seno che ci circonda in questa epoca di transizione. Parlo di transizione perché veniamo da un’epoca in cui l’allattamento è stato bistrattato e quasi dimenticato nel mondo occidentale, veniamo dall’epoca del basso contatto e sta alla nostra generazione di genitori operare un cambiamento a tal proposito.

E se vuoi sapere da dove partire, questo è un corso che tengo ogni 3 mesi con uno stimato collega osteopata pediatrico, il Dott. Lorenzo Riva, interamente dedicato alla corretta informazione sull’allattamento, spero di poterti conoscere: A come allattamento – Verde Giada

E se hai dubbi specifici ora, sono qui per te e ti leggo nei commenti.

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verde giada

Ciao, sono Giada Roncoroni, infermiera specializzata in allattamento al seno, consulente babywearing e titolare di una pannolinoteca lavabile. Sono libera professionista e mamma di tre bambini piccoli. Scopri sul mio sito come posso aiutarti nel tuo percorso sulla strada della genitorialità