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Dal diario della mia seconda gravidanza: a mia figlia

  • Categoria dell'articolo:Maternità
  • Tempo di lettura:12 minuti di lettura

La seconda gravidanza viene spesso sentita o trattata come qualcosa di scontato, da parte del mondo esterno, invece io sono convinta che ogni percorso possa essere meraviglioso e differente. Oggi pubblico un articolo diverso, ma qualcosa che mi sento di condividere con te, perché forse ci stai passando o ci sei passata, perché forse hai bisogno di sentirti capita e supportata, o semplicemente perché ti stai preparando anche tu a vivere la tua seconda gravidanza. Ti leggo le pagine della mia vita, ti parlo della mia seconda gravidanza!

Stai nascendo nuovamente come mamma bis? Continua a leggere…

La mia seconda gravidanza

16/06/2019 (epoca: 27 settimane +1 giorno)

Ebbene sì, amore mio, riesco a mettermi a scrivere solo ora, al debutto del nostro terzo trimestre. Ti ho pensato sempre, ti ho parlato e ho pianto di gioia al pensiero del tuo arrivo dal momento in cui quella pallida seconda linea rosa è comparsa sul test di gravidanza. Ti voglio raccontare di questo inizio, sei mesi fa, partendo dal giorno 8 gennaio. Il giorno in cui una coincidenza pazzesca mi ha fatto capire che stavo riaffrontando, esattamente due anni dopo, questo viaggio, e che presto sarei stata di nuovo mamma (ecco perché mi rivolgo alle mamme con i miei servizi e consulenze, perché comprendo e condivido con loro questo viaggio).

Lavoravo per una cooperativa di assistenza infermieristica domiciliare, viaggiavo in auto tra le case dei miei pazienti. Quella mattina alle 9 circa ero a Chiavenna in ospedale a consegnare i campioni dei prelievi eseguiti in giro, come al solito. Uscita dal laboratorio, ho notato tra la gente in attesa del prelievo la mia amica Elisa, con cui avevo condiviso la prima gravidanza spalla a spalla.

“Ciao bella, che ci fai qui?”

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Un sorriso, un volto stanco: “Non lo sai?”

“No..” Ma nella mia testa la risposta era già arrivata, insieme ad un presentimento fortissimo di qualcosa di ancora più grande.

“Sono incinta”.

Invidia

Un senso di invidia prepotente e di desiderio che quelle parole potessero uscire dalla mia bocca si è impossessato di me. E dire che un figlio non lo stavo cercando, all’epoca.

“Ommioddio wow!! Ma che bello sono felicissima!!” Era vero, ero felicissima per lei. Da quando sono mamma l’annuncio di una gravidanza per me è qualcosa di magico, che mi fa rivivere sensazioni meravigliose. Elisa era incinta di nove settimane, e lo sapeva da tre.

Da quel che sapevo, non stava cercando un bambino.

“E come hai fatto ad accorgertene?”

“Avevo sta cazzo di nausea…”

(E nel mio cervello: “Ma anch’io!”)

“…Ma avevo appena avuto l’otite e lo attribuivo a quello”

(E nel mio cervello: “Oh merda,anch’io”)

Ci siamo salutate, e uscita da lì ho anticipato una medicazione in Via Dolzino in modo da essere vicina ad una farmacia.

scoprire-di-essere-dinuovo-incinta

Qualcosa nel mio cervello ha iniziato ad elencare sintomi che fino a quel momento avevo scelto di ignorare: la stanchezza, il calo di libido, i crampi uterini, la nausea, la fame , la sete, il pianto.. tutti troppo lievi e sporadici, ma che combinati all’estrema fertilità con cui sembriamo essere stati benedetti io e tuo padre..

Sono entrata in farmacia con l’angoscia di essere vista da una collega: “Un test di gravidanza, per favore”.

L’ho nascosto in fondo alla borsa e ho smesso di pensarci. Non ho dormito quella notte. Uno scherzo del mio cervello continuava a dirmi che mi scappava la pipì, ma ero determinata a tenerla fino al mattino! Non avevo detto nulla a papà, come con Ettore. Era una cosa tra noi due soltanto per il momento.

Tra paura e desiderio

Mi sono svegliata mezz’ora prima della sveglia, con una moltitudine di sentimenti contrastanti: ero spaventata. Per il lavoro, per i soldi, perchè finalmente avevo trovato un equilibrio. Ma al contempo desideravo tanto un altro figlio, lo desideravo da quando Ettore compì 8 mesi.

[tenere sotto il getto dell’urina almeno 10 secondi]

Cosa????? Ma che scherzi??? È già tanto se lo becco per un secondo quel coso con tutta la pipì che mi tengo da ieri sera!

Contai forse fino a 6, poi finii la pipì. Non capirò mai come le donne facciano a girare il test e contare 3 minuti. Per me è inconcepibile..Come diavolo fanno a resistere?? A parte che il risultato compare comunque dopo una ventina di secondi se è positivo, 180 sono fuori discussione per me!! 

L’ho tenuto davanti agli occhi fisso mentre ero ancora seduta sul WC; è comparsa subito la linea di controllo che annunciava che il test era stato eseguito correttamente. E dopo pochi secondi, una pallida linea rosa slavato nella finestrella del test: positivo!!

Ho soffocato un singhiozzo con una mano, iniziando a tremare. Ero felice. Lo ero davvero. Felice e terrorizzata..Sembra questo sia il destino di tutti i miei test di gravidanza.

Ti ho voluta da che Ettore ha compiuto 8 mesi e ho iniziato ad accarezzare l’idea di due figli vicini di età, ma… il terrore era dovuto al lavoro (tante donne cambiano lavoro dopo la maternità, e non è un caso). Avevo iniziato da 2 mesi, avevo un contratto di prova per altri 2, e l’unica cosa che aspettavamo io e papà per avere un altro bimbo era che io avessi un lavoro in grado di sostenere la mia maternità. A quanto pareva la cosa a te non andava a genio.

Sei incinta!

Non mi ero ancora mossa dal water. Stavo lì e tremavo, senza sapere cosa pensare. “Non posso dirlo ora a Filippo, tra un quarto d’ora devo andare a lavorare, e non posso sganciare questa bomba senza avere tempo per parlarne…E poi che faccio? Vado in lacrime preoccupata o metto il test in un pacco regalo con due body newborn rosazzurro???”

Avevo deciso di non parlarne assolutamente con nessuno finché non avessi digerito io l’idea. Sentii i passi di tuo padre sulle scale. Mi alzai di scatto, chiusi il test in un armadietto e andai in cucina.

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Papà: “Ciao amore, buongiorno”

Io: cervello azzerato. Com’è che si faceva a muovere le labbra per articolare suoni???

Papà: “Cosa c’è?”

Io: Elettroencefalogramma piatto.

Papà: “Sei incinta?” (evidentemente la decisione di non dirlo a nessuno era stata magnificamente rispettata dalla mia mimica facciale).

Io: sguardo supplice e un mezzo sorriso.

Papà, sorridendo: “Sei incinta!”.

Annuii e cercai rifugio tra le sue braccia: questa volta era lì, era già il papà di Ettore, era il ragazzo di cui avevo avuto due anni per innamorarmi davvero, consapevolmente e totalmente. Non ci poteva più essere il dubbio riguardo una sua reazione di rabbia o delusione. Sapevo per certo che non poteva pensare che gli avevo rovinato la vita ormai, pensiero abbastanza normale quando da ragazzini si scopre una prima gravidanza del tutto inaspettata. Ora lo conoscevo e lo amavo e sapevo che ti voleva quanto me, e lo amai ancora di più per le lacrime di gioia che gli vidi negli occhi quando si sciolse dal mio abbraccio.

“Ma va bene amore vero, sei felice?” Lo disse sorridendo e tirando su col naso. Mi sciolsi

Sì, se quella era la sua reazione, certo che andava tutto bene! Il fatto che stavolta fosse lui ad aver paura di avermi deluso mi commosse. E piansi di gioia con lui.

Uscii di casa per andare al lavoro e i miei propositi di tenere la notizia solo per noi andarono a farsi benedire quando squillò il telefono e vidi il numero della mia migliore amica. Le lasciai dire giusto due cose, poi: “Posso sganciare una notizia bomba? Mezz’ora fa ho fatto un test di gravidanza ed è positivo!!” Non ricordo cosa rispose lei.

genitori-bis

Poi iniziò l’ansia del lavoro: sapevo che sarei rimasta a casa, che non avrei ottenuto il rinnovo del contratto e sapevo perchè: primo perchè l’Italia e il rispetto della maternità sono due parallele incongiungibili, secondo perchè facevo un lavoro ad alto rischio biologico.

Sapevo che lavorando in sicurezza non avremmo corso rischi, quindi feci più attenzione del solito a guanti e occhiali protettivi.

Ti amo piccola mia: hai già cambiato tutto

Per tutto il giorno e i giorni successivi, fino alla prima eco, vissi come cullando un segreto bellissimo. Ogni volta che una collega o un paziente mi chiedeva: “Come stai?” io pensavo “C’è un piccolo bambino o una piccola bambina nella mia pancia. Sono incinta di nuovo.” 

Ed ero felicissima! 

Tuo padre l’ha presa con talmente tanta naturalezza che, se non fosse stato per le mie ansie per il lavoro, non ne avremmo nemmeno parlato.

Una settimana dopo, di sera, mi presentai al lavoro, dove c’era anche l’ambulatorio ginecologico, e sentii il tuo cuore per la prima volta. Eri lì, non si tornava indietro, termine fissato per il 14 settembre, il giorno prima del secondo compleanno di tuo fratello.

La mia referente era presente in cooperativa in quel momento, e il ginecologo mi chiese se desideravo dirglielo insieme a lui.

“Sì”, come una bambina colpevole, avevo paura di dirlo al mio capo.

Lei finse gioia, io cercai di farle capire quanto mi sentissi in colpa, e ripensandoci ora mi faccio rabbia da sola, perchè non è giusto di doversi vergognare di una cosa tanto bella. Non mi fu data la possibilità di lavorare ancora un giorno per salutare i miei pazienti o le mie colleghe. Fui lasciata a casa subito, con il congedo di maternità anticipata e un bel calcio nel didietro alla mia possibilità di rinnovo di contratto.

vita-da-mamma

Alla fine andò bene così: la cooperativa fallì di lì a un mese e nessuno vide un centesimo degli stipendi degli ultimi due mesi, mentre io un mese fa ho vinto un concorso statale e prenderò la maternità fino ai tuoi tre mesi di vita.

Ti amo piccola mia, ancora non ci sei ma hai già messo a posto la mia vita.

Questo articolo ha 2 commenti.

  1. Lorella

    Ciao Giada, grazie per questa condivisione, la mia seconda gravidanza è stata cercata, e non è arrivata neanche con la facilità della prima, eppure mi rivedo molto nella descrizione della tua ansia e paura per il lavoro. Comunicando la notizia al mio superiore ero terrorizzata tremavo e mi vergognavo e poi a posteriori come te mi sono sentita in colpa per aver dimostrato tutta questa remissivita come se gli avessi dovuto chiedere il permesso.. purtroppo la maternità in ambito lavorativo è associata alla svogliatezza della madre di lavorare ed ecco che uno prova a giustificare che era una cosa inaspettata etc. Oltretutto ricoprivo un ruolo abbastanza importante quindi inevitabilmente ho avuto il pensiero delle conseguenze della mia assenza, sebbene non mi senta indispensabili. Non dovrebbe essere così, tutt’altro, chissà forse se un giorno si arriverà a dare certe notizie senza ricevere giudizi e battute. Per quanto riguarda i test dovrebbero inventarli piu immediati non si può attendere tutto quel tempo, in quei momenti sembrano eternità..

    1. verde giada

      Vero..i 20 secondi più lunghi di sempre. Ma anche i più belli quando arriva la seconda linea!
      Io spero tanto in un cambiamento in futuro, lavoriamoci ogni giorno.

      Un abbraccio!!

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verde giada

Ciao, sono Giada Roncoroni, infermiera specializzata in allattamento al seno, consulente babywearing e titolare di una pannolinoteca lavabile. Sono libera professionista e mamma di tre bambini piccoli. Scopri sul mio sito come posso aiutarti nel tuo percorso sulla strada della genitorialità