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Come allattare al seno i primi giorni?

Le statistiche dell’ISTAT dicono che attualmente in Italia nei primi giorni dopo il parto il 90% delle donne comincia ad allattare al seno. Percentuale che, alla dimissione dall’ospedale, scende al 77%, per poi crollare al 31% a 4 mesi di vita del bambino, e poi al 10% oltre i suoi 6 mesi. Per questo, informarsi e cercare di capire come allattare al seno i primi giorni è fondamentale!

Questo calo infatti, avviene nella maggior parte delle volte, perché non c’è una corretta informazione alla base per le donne e le famiglie, perché socialmente, spesso le donne si vedono mal comprese nel loro desiderio di allattare al seno, ma soprattutto, perché gli operatori sanitari formati in ambito di allattamento sono perle rare negli ospedali italiani.

Perché le neomamme spesso non sanno come allattare al seno i primi giorni?

Questo avviene per un problema di istruzione alla base: in università non si parla di allattamento. Né ad ostetricia, né a ginecologia, né ad infermieristica, e tantomeno a pediatria (a pediatria in realtà un po’ se ne parla ma sulla base delle vecchie linee guida dell’allattare ogni 3 ore 15 minuti per lato, ho verificato con amici laureati). Io sono laureata in infermieristica e con il mio titolo base, appena laureata, sarei potuta andare a lavorare nelle sale parto e nei nidi (scopri chi sono e la mia storia). E posso assicurare che l’allattamento al seno non è mai stato nominato nei tre anni di studi per la laurea. Ma avrei comunque, teoricamente, tutte le carte in regola per essere messa in un reparto in cui ad un’infermiera si chiede prevalentemente di pesare neonati e seguire gli allattamenti al seno (per carità nessuna infermiera di nido si senta sminuita!!).

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Ecco il motivo principale delle percentuali scoraggianti sopracitate ed ecco anche perché le neomamme spesso non sanno come allattare al seno i primi giorni: non vengono supportate.

Quel che puoi fare, mamma, per proteggerti da questo, è proprio arrivare preparata sull’allattamento al momento del parto. E in questo articolo voglio darti proprio qualche informazione base, non solo per farti un’idea di come allattare al seno i primi giorni, anche per cercare di vivere tutto con maggiore serenità possibile.

Tutto parte dal primo attacco al seno, dai primi minuti e dalle prime ore dopo il parto.

L’importanza del pelle a pelle subito dopo il parto

Immediatamente dopo il parto, il secondo preciso dopo la fuoriuscita dall’utero dei piedini, il bambino dovrebbe essere messo, prono, nudo, sul petto della mamma, nel solco inframammario. Da quel momento, mamma e neonato dovrebbero essere separati solo in caso di gravi condizioni patologiche. 

Il pelle a pelle dovrebbe essere mantenuto per almeno due ore, e il neonato deve essere lasciato libero di muoversi sul petto della mamma. Questa posizione innesca, in condizioni fisiologiche e tranquille (ovvero possibilmente in una condizione senza stress, rumori, luci forti, e con una mamma rilassata e comoda), il breast crawling. Ovvero il neonato inizierà a spostarsi lentamente verso il capezzolo della mamma, autonomamente, picchiettando sul seno e sul petto con la testa. Le manine dovrebbero essere lasciate “sporche” di liquido amniotico che, avendo un odore simile al colostro, farà da guida sensoriale verso il capezzolo. Raggiunto il seno, il neonato lo strizzerà e palperà con le manine, lo leccherà e infine si attaccherà succhiando il capezzolo.

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Idealmente il neonato dovrebbe avere almeno un’ora di tentativi a sua disposizione senza che nessuno intervenga, perché se il primo attacco avviene spontaneamente, il primo passo verso una buona riuscita dell’allattamento è stato compiuto. 

Se si nota il bambino in difficoltà, piangente e frustrato, allora lo si può aiutare guidandolo verso il seno, spostando tutto il corpo e sostenendo il capo dalla base del collo. Un errore che spesso viene fatto dalle mamme ma più frequentemente dagli operatori sanitari, è quello di spingere la testa del bambino sul seno, premendo sulla nuca. Questa manovra è rischiosa e controproducente per vari motivi: schiacciando sulla nuca il bambino avrà una reazione istintiva di allontanamento dal seno, cosa che forse potrebbe essere associata a dolore (stiamo parlando di un neonato appena passato attraverso il canale vaginale con le conseguenti pressioni craniche, magari associate anche ad interventi quali ventosa ostetrica), con conseguente rifiuto totale del seno che spesso porta al “evidentemente non hai latte”.

Quindi, in generale, in allattamento evitiamo di spingere il bambino al seno da dietro la testa.

Come valutare se l’attacco al seno è corretto?

Una volta avvenuto il primo attacco, bisogna valutare che sia corretto. Anche in condizioni fisiologiche, praticamente nessun neonato ha completa capacità di attaccarsi in modo perfetto, perché deve imparare a coordinare una quantità di muscoli e capacità davvero sorprendenti per un gesto così apparentemente banale.

Dolore fisiologico e non:

Quindi dolore e fastidio, ai primissimi attacchi, specie nell’esatto momento dell’attacco, possono essere considerati fisiologici. Attenzione!! Non ho detto che allattare debba essere doloroso, né che al dolore ci si debba abituare. Assolutamente no. Se, lamentandoti del dolore con un operatore sanitario, ti sentirai rispondere che è questione di abitudine, sappi che è meglio rivolgere altrove la tua richiesta di aiuto.

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Un dolore considerato fisiologico si avverte in modo piuttosto intenso, come una stilettata, al momento dell’attacco. Ma questo dolore passa una volta che l’attacco è stabile e il bambino inizia a ciucciare (viene chiamato dolore delle 48 ore perché tendenzialmente svanisce del tutto dopo i primi due giorni); se invece il dolore permane per tutta la durata della poppata, se è davvero molto intenso e se non svanisce ad un paio di giorni dal parto, c’è sicuramente qualcosa che non va nell’attacco. Non esistono altri motivi per il dolore in allattamento. C’è un attacco scorretto, che può essere dato da parecchi motivi diversi, che però devono essere indagati da professionisti formati in questo ambito, non certo dalle mamme.

Stabilità dell’attacco al seno

Considera anche che l’attacco deve essere stabile: se senti schiocchi significa che il bambino perde l’effetto sottovuoto che fa sul capezzolo e che gli consente di attuare un efficace trasferimento di latte. 

Quindi da mamma cosa posso valutare i primi giorni di allattamento al seno? 

Parto da te, mamma: devi essere comoda. Indipendentemente dalla posizione che adotti, comodità è la parola d’ordine. Quindi, se sei in ospedale, suona il campanello finché non ti avranno portato tutti i cuscini necessari. Devi avere le spalle rilassate, la testa appoggiata a un cuscino, gambe e schiena comode, braccia circondate da cuscini.

Quando posizioni il bambino, invece, una cosa che puoi valutare tu stessa è che apra bene la bocca al momento di attaccarsi al capezzolo. Per aiutarlo in questo, è importante che lui abbia il collo esteso e che debba alzare la testa verso il seno, cosa che lo porterà ad aprire più facilmente la bocca. Prova tu stessa a portare il mente sul petto e deglutire, e poi a tirar fuori la lingua: vedi com’è difficile? Fa quasi male. Ora prova a rifarlo tenendo la testa leggermente verso l’alto e il collo bello esteso. Sentita la differenza?

Il bambino deve quindi avere il naso libero è all’insù, il mento affondato nel seno, il labbro inferiore estroflesso e quello superiore in posizione neutra. Puoi controllare il movimento delle guance, che devono riempirsi bene, e i rumori deglutitori, che devono arrivare dopo qualche secondo di suzioni veloci.

8 Segnali di un attacco scorretto!

  1. dolore persistente;
  2. il bambino morde il capezzolo;
  3. il capezzolo esce dalla bocca del bambino a forma di punta di rossetto;
  4. ragadi;
  5. schiocchi;
  6. perdita di latte dai lati della bocca;
  7. assenza di rumori deglutitori;
  8. scarso aumento ponderale del bambino.
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Se credi di trovarti in una di queste situazioni, se desideri allattare, ma senti di avere bisogno di aiuto e non sai dove cercarlo, sostenere le donne in questo è proprio il mio lavoro. Puoi prenotare una consulenza allattamento online IBCLC oppure scrivimi per avere informazioni.

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Ciao, sono Giada Roncoroni, infermiera specializzata in allattamento al seno, consulente babywearing e titolare di una pannolinoteca lavabile. Sono libera professionista e mamma di tre bambini piccoli. Scopri sul mio sito come posso aiutarti nel tuo percorso sulla strada della genitorialità